A caccia di Big Bench
Vedo scorrere fuori dal finestrino della macchina le colline e i prati verdi e non mi sembra vero.
Finalmente, dopo l’ultimo periodo di lockdown, si torna viaggiare.
Per questa gita fuori porta io e il mio compagno di scorribande abbiamo scelto il Monferrato: andremo a caccia di Big Bench, le panchine giganti. Le ho scoperte qualche mese fa quando, girando in queste zone per lavoro, mi sono imbattuta nella panchina numero 48 “Rosso Barbera del Monferrato” con vista su Sala Monferrato.
Cosa sono le panchine giganti?
Curiosando su internet, ho scoperto che l’idea delle Big Bench dislocate nell’Alta Langa è nata da un’iniziativa no profit promossa dal designer americano Chris Bangle (sì, proprio il designer di FIAT e BMW tra gli anni ’80 e ’90) e sua moglie Catherine, cittadini di Clavesana dal 2009.
L’iniziativa BIG BENCH COMMUNITY PROJECT (BBCP) è nata per sostenere le comunità locali, il turismo e le eccellenze artigiane dei paesi in cui si trovano queste installazioni fuori scala, accessibili a chiunque e che permettono di godere di meravigliosi panorami.
Ho scoperto, inoltre, che esiste un “Passaporto delle Big Bench” (costo 6€), in cui si possono raccogliere i timbri delle varie panchine scovate (tutte le panchine sono una diversa dall’altra!), segnare la loro posizione e il loro colore. E al momento in Italia ce ne sono ben 140.
La mia “caccia alla panchina” ha avuto inizio.
Rosignano Monferrato
Come luogo di partenza per il nostro tour odierno abbiamo scelto Rosignano Monferrato. Il cuore del borgo sorge su un enorme masso, su cui svetta il castello del XII secolo attorniato dalle case più antiche. Passeggiando per i suoi stretti vicoli, potrete vedere la Torre Civica, la chiesa di San Vittore Martire e quella di Sant’Antonio.
Potrete poi cercare di scovare alcune delle attrezzature agricole del passato che compongono il Museo Contadino Diffuso, dichiarate Patrimonio intangibile dell’Unesco (rientra nel sito “Paesaggi Vitivinicoli di Langhe-Roero e Monferrato”).
Dalla vetta di Rosignano si gode di una vista meravigliosa, ma noi per quella puntiamo alle Big Bench.
Proprio poco fuori dal centro del paese, infatti, vicino alla chiesa della Madonna delle Grazie, si trova la panchina numero 41 “Rosso Grignolino”, inaugurata nel 2017. Sedersi su queste panchine è come sentirsi cullati in un abbraccio; improvvisamente ci si sente piccoli davanti alla vastità del mondo. E si è invasi da una sensazione di pace incredibile.
Il timbro qui non c’è, ma niente paura: lo trovate all’infopoint in centro paese, dove potete anche acquistare il passaporto.
Un suggerimento prima di rimettervi in marcia: tornando verso la strada principale, poco prima della chiesa, c’è la porta che conduce all’Infernot, piccola camera sotterranee scavata a mano nella Pietra da Cantoni, una peculiare formazione geologica presente solo nel Basso Monferrato, utilizzata per la conservazione del vino.
Se doveste trovare chiuso, inquadrate il QR Code posto accanto alla porta: vi farete almeno l’idea di come è fatto all’interno, grazie a una riproduzione in 3D. Certo, non sarà la stessa cosa, ma meglio di niente.
Ozzano Monferrato
La seconda tappa del nostro viaggio è Ozzano Monferrato, borgo le cui origini risalgono a prima dell’anno 1.000 e Bandiera Arancione del Touring. Purtroppo, anche qui chiese e monumenti sono chiusi, ma la passeggiata per le vie del borgo è davvero piacevole. La piazzetta antistante alla chiesa di San Salvatore mi ha conquistata; lo stesso vale per la vista che si gode affacciandosi alla balconata.
Merita una visita anche la chiesetta di San Giovanni Battista: è situata nei pressi del castello e venne costruita nel 1878, grazie alle donazioni della popolazione su un lotto di terreno messo a disposizione dei Visconti, all’epoca proprietari del maniero.
Big Bench #51
Lasciata Ozzano, ci dirigiamo verso Castagnole Monferrato.
Lungo la strada ci imbattiamo nella Big Bench numero 51 “Bordeaux”, situata tra i vigneti della cantina Ferraris che ha avuto la splendida idea, almeno per me, di aprire un chiosco per la vendita di calici di vino proprio accanto alla panchina (e il calice lo potrete portare a casa come ricordo).
Trascorriamo così mezz’ora seduti sulla panchina gigante: le note di Einaudi in sottofondo, un buon calice di vino tra le mani, un incantevole panorama da ammirare e noi lì ad inventare nomi per i borghi sconosciuti che scorgiamo in lontananza…
Che ci volete fare, la cartina oggi non la vogliamo proprio guardare. Preferiamo lasciar correre la fantasia come le nuvole corrono nel cielo…
Castagnole Monferrato
Siccome, però, corre anche il tempo ed è giunta ora di mettere qualcosa sotto i denti, raggiungiamo l’agriturismo La Miraja dove ci attende un ottimo menu della tradizione piemontese composto da: antipasti misti (il vitello tonnato non può mancare ed è molto buono, così come la carne cruda di Fassona Piemontese), agnolotti monferrini ai tre arrosti (finiti ancor prima di fotografarli, tanto erano buoni), risotto agli asparagi, due secondi tra cui scegliere e l’immancabile dolce della casa per concludere in bellezza. Confesso che alzarsi per riprendere il nostro tour non è stato semplicissimo, ma ce l’abbiamo fatta ugualmente.
Appena fuori dal ristorante, ci imbattiamo nell’ex Asilo Infantile Regina Elena. A catturare la nostra attenzione, però, è la struttura in muratura che sorge nell’ampio giardino: il gioco di rampe e terrazze creato è davvero affascinate. Io son rimasta imbambolata a guardarlo per cinque minuti (voi guardate le foto e ditemi che ne pensate).
Passeggiando per il Ricetto, abbiamo poi avuto modo di ammirare la chiesa di San Martino risalente a inizi Settecento e quella dell’Annunziata, la cui fiancata destra è coperta dalla struttura moderna della casa municipale.
Cella Monte
Lasciata Castagnole, ci dirigiamo verso Cella Monte, uno dei Borghi più belli d’Italia e ultima tappa del nostro tour.
Il Borgo risale agli inizi del 1.100 e pare che il nome derivi dalle celle vinarie (i già citati infernot) che venivano anticamente scavate nella pietra e che qui occupavano gran parte del territorio su cui poi sorsero le prime abitazioni.
Anche qui la cosa migliore da fare, secondo me, è smarrirsi tra i vicoli del centro storico: ho perso il conto di quante foto abbia scattato nel giro di un’ora: case costruite in arenaria, i balconi fioriti, le porte e le finestre “di una volta”, fino al Palazzo Volta, oggi sede dell’Ecomuseo della Pietra da Cantoni.
Il nostro tour è terminato, ma la promessa sulla strada del ritorno è quella di tornarci presto, perché i borghi ancora da scoprire e le Big Bench da scovare sono ancora tante.
Località: Monferrato: Rosignano Monferrato, Ozzano Monferrato, Castagnole Monferrato, Cella Monte
87 km da Torino (a Rosignano)
114 km da Milano (a Rosignano)
Data viaggio: 30 maggio 2021
Con chi ho viaggiato: con un amico
Chi può affrontare questo viaggio: escursione adatta a tutti
Dove mangiare: noi abbiamo pranzato c/o La Miraja Agriturismo & Cantina – Castagnole Monferrato (AT)
menù fisso citato sopra: 30€ a persona
Cosa vedere nei dintorni: ci sono innumerevoli borghi da visitare e tante sono le Big Bench da scovare, lasciatevi guidare dall’istinto come abbiamo fatto noi.
Note: purtroppo abbiamo trovato chiese e monumenti chiusi. In molti borghi, però, vengono organizzate visite guidate durante le quali è possibile visitarli. Contattate le aziende del turismo per avere maggiori informazioni.
Complimenti Francesca.
Abbiamo potuto ammirare e conoscere borghi a noi sconosciuti e vederti seduta su quella gigantesca panchina sollecita in me il desiderio di andare a cercare una Big Bench da provare.
Grazie per i tuoi preziosi suggerimenti.
Grazie a voi per avermi letta e per questo commento Laura ?
Se dovessero servirvi maggiori informazioni, non esitate a contattarmi ?
Ciao, non conoscevo le big bench, carina l’idea del passaporto. Il panorama è proprio bello, in autunno con l’uva matura si prospetta ancora meglio. Grazie per il suggerimento.
A te per avermi letta e per il tuo commento Isa ?
Se deciderai di andare e vorrai altre info non esitare a contattarmi ?