Citycar super spaziosa, se la cava alla grande anche fuori città
Francesca e la Hyundai i10: una storia d’amore lunga otto anni (e che ancora continua).
Quando nel 2014 sono andata a vivere da sola, avevo bisogno di un’auto tutta per me.
All’epoca lavoravo a Quattroruote solo da pochissimi mesi e, confesso, non ero ancora molto esperta. Così ho chiesto dei pareri ai miei colleghi (quanta pazienza il buon Carlo Bellati 😇) e poi è iniziato il tour delle concessionarie per trovare il modello più adatto a me e alle mie nuove esigenze.
Cosa cercavo
Cercavo una macchina piccola, ma che offrisse comunque spazio per passeggeri e bagagli.
La volevo, poi, con delle forme carine e con qualche dettaglio che catturasse l’attenzione.
Ero molto sul pezzo per quanto riguarda la meccanica, vero?!? Ahah
Va beh dai, ve l’ho detto che ero agli inizi della mia carriera nel settore automotive…
Però una cosa l’avevo già imparata: la “quota Giugiaro” era il numero a cui dovevo fare più attenzione se volevo trovare un’auto in grado di superare la “prova famiglia Galbiati”.
Di cosa si tratta? Ve lo spiego subito:
- La “quota Giugiaro” è, nemmeno a dirlo, un’invenzione del grande Maestro Giorgetto che indicava quella misura come la più adatta per valutare, in un solo numero, l’abitabilità di un certo modello. È la distanza dal pedale del freno al poggiatesta del passeggero posteriore: più è grande, più i passeggeri anteriori e posteriori avranno spazio per viaggiare comodi.
- La “prova famiglia Galbiati” consiste nel far salire la mia famiglia in un’auto e vedere se ci stiamo tutti. Certo, qui non era fondamentale visto che l’auto sarebbe stata solo mia, ma mi piaceva l’idea di poter portare in gite di giornata la mia famiglia, senza che dovessimo tenere “le ginocchia in bocca”. Per dovere di cronaca, vi informo che: io sono alta 187 cm, papà 195, mamma 178/180 e mia sorella 184. Tutti piccolini, vero?! Ecco perché è così complicato per noi trovare la macchina giusta…
Perché lei
Ma lei, la piccola Hyundai i10, ce l’ha fatta.
La sua quota Giugiaro era una delle migliori della categoria (200 cm, per fare un paragone una Fiat 500 è a quota 190 cm, la Lancia Ypsilon a 196) e ha superato brillantemente la prova famiglia Galbiati.
E così, complici anche il suo bel grigio Baby Elephant e i suoi dettagli interni in arancione, ha battuto la concorrenza ed è entrata nella mia vita.
Certo, con il senno di poi sarebbe stato più opportuno prenderla con il cambio automatico e magari con un’alimentazione diversa da quella a benzina, ma che ne sapevo io che quei sei mesi a Quattroruote sarebbero diventati nove anni e che lei sarebbe diventata la mia compagna di avventure (e disavventure) quotidiane nel traffico milanese?!
In ogni caso, finora si è sempre dimostrata super affidabile e anche poco assetata: in media fa i 18 km/l, che non è affatto male.
Con lei ho viaggiato in lungo e in largo per l’Italia: dai mari ai monti – si è sparata anche più di un giro sui passi dell’Alto Adige senza battere ciglio – e non mi ha mai tradita (Piccolina, ora non montarti la testa e non farmi scherzi mi raccomando 😘).
Mi ha anche protetta alla grande quando un tir ha deciso di frenare dentro il suo bagagliaio…
Certo, ci siamo un po’ ammaccate, mi son fatta una doccia di cristalli e quando l’ho rivista in carrozzeria ho temuto il peggio. Ma lei ha resistito, si è lasciata medicare ed è tornata da me più forte di prima.
Tosta, vero?!
Ecco, lei è la mia fedele compagna di viaggi, quella con cui affronto la maggior parte delle avventure che trovate raccontate in questo blog e mi sembrava doveroso raccontarvi la sua, la nostra, storia.
Ora però non sarà più sola: in questi anni di macchine ne ho guidate tantissime, dalle citycar alle mega Suv, passando per le sportive, e ora anche loro inizieranno a farsi spazio nei miei viaggi.
Ma queste sono altre storie e se volete scoprirle non vi resta che seguirmi…
La pagella
Look
A me è piaciuta fin dal primo sguardo. Peccato per il costo elevato della tinta arancione per la carrozzeria, a mio parere troppo alto per una citycar.
Abitabilità (prova famiglia Galbiati)
c’è spazio per tutti, anche i più alti.
Praticità (vani porta oggetti, accessori utili…)
avrei preferito che almeno uno dei vani porta oggetti presenti sul tunnel centrale fosse chiuso, ma su una citycar e normale che siano così.
Bagagliaio
per essere una citycar, offre parecchio spazio. Due trolley bagaglio a mano + un borsone + qualche altra borsetta morbida ci stanno senza problemi.
Piacere di guida
comoda, pratica e maneggevole in tutte le situazioni.
City approved
assolutamente sì, è la cittadina perfetta.
Un difettuccio ce l’avrà pure lei
la composizione dei sedili è morbida, per i viaggi più lunghi sarebbe meglio avere sedute più “sostenute”. Ma, di nuovo, stiamo parlando di una citycar quindi ci sta che siano così.
Consumi
in otto anni di utilizzo, principalmente su strade ad alta percorrenza, la media dei consumi è di ca. 18 km/l.
SCHEDA TECNICA:
Hyundai i10
Anno: 2014, seconda serie
998 cm3 – 67 CV
Alimentazione: benzina
Cambio: manuale 5 marce
Bagagliaio: 252 dm3
Ottima recensione degna di una professionista del settore; fa quasi venire voglia di comprarla.
Poi il tuo modo di scrivere invoglia sempre la lettura: sempre precisa ordinata e mai ridondante.
Come city car sono affezionato alla Fiat Panda edizione anni 2000. L’avevo regalata a mia moglie, ma in pratica la usai di più io.
Grazie Mauro, davvero gentilissimo.
Sono contenta di sapere che il pezzo ti è piaciuto 🙂
E grazie anche per aver condiviso qualcosa di te.
Al prossimo viaggio
🙂