Trekking per tutti tra il silenzio e la maestosità dell’acqua a un’ora e mezza da Milano
Che sia estate o che sia inverno, il sentiero delle Cascate dell’Acquafraggia è assolutamente da percorrere, così come da visitare è il paese fantasma di Savogno situato poco sopra.
Questa volta non vi dirò che il percorso è super facile, perché si fatica un po’ e in alcuni tratti bisogna prestare attenzione a dove si mettono i piedi, ma se ce l’ho fatta io…
La strada per raggiungere le Cascate dell’Acquafraggia
Raggiungere l’imbocco del sentiero è davvero semplice: da Monza/Milano basta imboccare la SS36 del Lago di Como e dello Spluga, al bivio Sondrio – Chiavenna seguire per questa seconda località, fino a superarla e raggiungere l’antico borgo di Piuro.
I parcheggi sono per lo più a pagamento quindi, salvo grandi colpi di fortuna, tenete a portata di mano qualche moneta perché non sempre le carte vengono accettate.
Una volta lasciata l’auto, prendetevi qualche minuto per godervi la maestosità delle cascate e poi…
Il sentiero delle cascate: da Piuro a Savogno
Se raggiungere le cascate e l’imbocco del sentiero è cosa facile, non lo è altrettanto scegliere quale percorso seguire per arrivare in cima.
Vi troverete infatti di fronte a un bivio: da una parte c’è il sentiero delle cascate, dall’altro quello a gradini immerso nel bosco.
Personalmente vi suggerisco caldamente di seguire il primo all’andata e il secondo al ritorno.
Il mio itinerario
Come detto, io ho sempre scelto di salire seguendo il sentiero delle cascate: il percorso è ben segnalato, si cammina su terra, rocce e alcuni gradini artificiali.
Dopo una ventina di minuti, si arriva al primo salto delle cascate: una meraviglia.
In estate io e il mio compagno di camminate abbiamo avuto la fortuna di scorgere un bellissimo arcobaleno tra gli schizzi d’acqua, in inverno è stato invece il mix di ghiaccio e acqua a lasciarci senza parole.
Sembra di essere in un posto magico.
Il tempo di scattare un paio di foto e si riprende la salita: a volte il fiato si fa un po’ corto, ci sono tratti un po’ ripidi e scivolosi per via dell’acqua/ghiaccio, ma la meraviglia che ci appare davanti agli occhi ci dà la forza e la voglia di continuare.
Si arriva così ad un nuovo bivio, da una parte si scorge un ponticello mentre dall’altra si prosegue nel bosco.
In estate noi abbiamo scelto di superare il ponticello e sostare qualche minuto vicino alle altre cascate, l’ultima crea una piscina naturale e sembra di essere in un paradiso terrestre, mentre in inverno abbiamo preferito seguire il sentiero nel bosco.
In ogni caso, il tratto finale del percorso prevede gradini “spacca gambe”, per intenderci, sono quelli che hanno un’altezza ridicola che non sai se li hanno messi perché ce n’era davvero bisogno o solo per il gusto di scoraggiare gli escursionisti a raggiungere il borgo, ma ormai la meta è vicina quindi si fa un ultimo sforzo e via.
Il borgo fantasma di Savogno
Dopo un’oretta e mezza abbondante di cammino, si arriva nel giardino della chiesa di Savogno, dedicata ai Santi Antonio e Bernardino, edificata nel 1465 e ampliata vent’anni dopo con l’aggiunta del campanile.
In estate è bello sostare sul prato che la circonda per godersi il panorama sulla valle, il sole e un pranzo al sacco, d’inverno invece è meglio cercare riparo al Rifugio Savogno (consiglio caldamente di prenotare un tavolo, soprattutto nei weekend estivi).
Prima, però, una visita al borgo merita sempre.
La storia del borgo fantasma di Savogno
In molti libri Savogno è denominato “paese fantasma” e la storia narra che nel Seicento, quando la peste faceva strage in Lombardia, i suoi abitanti, vedendo il vicino borgo di Dasile colpito dall’epidemia, distrussero il ponte che li collegava allo sfortunato paese, rifiutandosi di prestare aiuto ai malati.
Fatta eccezione per due giovani, tutti gli abitanti di Dasile morirono; i superstiti decisero di vendicarsi con i vicini di Savogno per il loro egoismo, gettando la carcassa di un gatto nero appestato tra le case del paese, che venne così a sua volta colpito dall’epidemia.
L’astio tra le due comunità durò a lungo, tanto che la riappacificazione avvenne solo verso la fine dell’Ottocento.
Ora gli abitanti del borgo si contano sulle dita di una mano: quasi tutte le case hanno le imposte chiuse, ma il fascino dell’antico centro è immutato.
Il silenzio, soprattutto in inverno, regna sovrano, e anche i pochi escursionisti che si incontrano in giro ammirano tutto in silenzio, quasi a non voler disturbare la quiete del posto, le antiche strutture in pietra e i dipinti in cui ci si imbatte all’improvviso svoltando un angolo.
In estate le composizioni floreali adornano alcuni balconi, mentre d’inverno sono i ghiaccioli che si formano sui alcuni tetti ad affascinare i passanti.
Il Rifugio Savogno
Durante la nostra ultima escursione qui, abbiamo trovato riparo dal freddo nel graziosissimo Rifugio Savogno. La struttura è semplice, ma gli arredi e i tavoli in legno danno calore alla vecchia scuola del paese ora trasformata in rifugio.
I due gestori ci hanno accolti come se fossimo di famiglia, ci hanno portato piatti fumanti di gnocchetti della Valchiavenna, ci hanno raccontato di come si vive in un paese abitato da sole cinque anime, ci hanno dato qualche dritta su possibili altre escursioni da fare in zona in estate e ci hanno parlato delle camere che mettono a disposizione per i viaggiatori.
Alla fine del pranzo, con la pancia piena e i sorrisi sulle labbra, ci siamo salutati con la promessa di rivederci appena le temperature saranno migliori e abbiamo ripreso il cammino verso valle.
Il sentiero nel bosco: da Savogno a Piuro
In entrambe le occasioni in cui siam venuti quassù, abbiamo deciso di fare ritorno alla base seguendo il secondo sentiero, quello nel bosco, con i suoi infiniti gradini “spacca gambe”.
Arrivati a valle, ci siamo come sempre fermati ad osservare ancora una volta le cascate: qui la fatica viene sempre ripagata dalle meraviglie della natura.
E se la prima volta ho spuntato felice questa escursione dalla mia lista di mete da raggiungere, questa volta ho guardo in alto, verso il borgo, e mi son detta “ci rivediamo presto”.
Perché sopra Savogno c’è ancora un mondo da scoprire…
Info utili
Località
Cascate dell’Acquafraggia e borgo di Savogno
Partenza sentiero: Borgonuovo di Piuro (SO)
68 km da Lecco
99 km da Como
107 km da Bergamo
109 km da Monza
123 km da Milano
150 km da Varese
Data viaggio
21 giugno 2020 + 21 gennaio 2023
Con chi ho viaggiato
Con un amico
L’auto del viaggio
La mia Hyundai i10
Chi può affrontare questo percorso di trekking
Il sentiero delle cascate non è dei più facili: bisogna prestare attenzione a dove si mettono i piedi, alcuni tratti possono essere bagnati/ghiacciati e in alcuni punti ci si deve tenere alle corde fisse (soprattutto se si soffre di vertigini).
Il sentiero nel bosco si percorre senza problemi, solo bisogna essere preparati ad affrontare centinaia e centinaia di “gradini spaccagambe”.
In generale, il percorso è percorribile da tutti coloro che non hanno problemi di deambulazione.
Anche i bambini possono farlo, l’importante è che siano sempre accompagnati.
Per i più piccoli è vivamente consigliato l’uso dell’apposito zaino da parte dei genitori.
Dimenticatevi i passeggini!
Dove mangiare
Al Rifugio Savogno si mangia bene e a prezzi onesti: noi per due piatti di gnocchetti della Valchiavenna, una torta, un caffè e l’acqua abbiamo speso in totale 30€.
Consiglio sempre la prenotazione, soprattutto in estate e nei weekend, perché i tavoli non sono molti.
Quando fa più caldo si può anche pranzare al sacco nel giardino della chiesa o in giro per il borgo, l’importante è portare sempre i rifiuti a valle.
Dove dormire
Il Rifugio Savogno dispone di 47 posti letto (tra camere private e camerate).
In alternativa potete tranquillamente soggiornare a Chiavenna o, cosa che vi suggerisco caldamente, all’Albergo Ristorante Stella Alpina di Fraciscio (fra. Campodolcino).
Per raggiungerlo dovrete fare qualche chilometro in più, ma vi garantisco che ne vale la pena (vedere il blog post dedicato per credere).
Cosa vedere nei dintorni
Chiavenna merita indubbiamente di essere vista.
Curiosità
Con gli amici di Dee Notte (Radio Deejay) abbiamo parlato di queste cascate e di Savogno nella puntata del 25.06.2021: riascoltatela qui (da 1.25′.00″)
Aggiornamento articolo
Prima data di pubblicazione: 25.05.2021
Aggiornamento: 10.02.2023
Regole da non dimenticare mai quando si va in montagna
- Si cammina solo ed esclusivamente con scarpe adatte allo scopo, niente sandali o scarpe con suola liscia.
- Si usano zaini comodi, che non vi limitino nei movimenti.
- I rifiuti si portano sempre a valle: la natura è un dono e dobbiamo averne cura.
- Si fanno camminate che sappiamo essere alla nostra portata: purtroppo basta poco per farsi male e non ne vale la pena.
- Nello zaino non devono mai mancare: giacca impermeabile, copri zaino, calze e maglia di cambio, mappa della zona, telo per stendersi al sole, occhiali da sole, borraccia con scorta d’acqua.
- Personalmente consiglio di portare anche: bastoncini (facilitano la camminata), carte da gioco, macchina fotografica, un buon libro, telefono con power bank di emergenza (quando la linea non prende la batteria tende a scaricarsi rapidamente), una tavoletta di cioccolato.
Scoprite di più in questo video.