Ma perché, quando eravamo piccole, ci hanno propinato ad oltranza le favole delle principesse immancabilmente bisognose di aiuto e di un principe pronto a salvarle? Perché non ci hanno detto che noi donne possiamo benissimo cavarcela da sole ed essere felici anche senza un marito e senza figli?
A questa e ad altre domande sull’essere donna, e annessi stereotipi, risponde in modo spiritoso, sagace, a volte pungente e anche un po’ ironico la bravissima Chiara Moscardelli in “Volevo essere una vedova”.
Quando non sei una gatta morta
Si tratta del seguito di “Volevo essere una gatta morta” (ma si può tranquillamente leggere senza aver letto il primo) e anche in questo caso Chiara si mette a nudo, tirando fuori quelle fragilità che troppo spesso noi donne tendiamo a nascondere, quelle sofferenze che chi ci sta attorno non sempre coglie, quel lungo lavoro su se stesse che la maggior parte di noi deve affrontare, prima o poi, per poter finalmente vivere felice anche se le sue scelte di vita non corrispondono a quelle che la società vorrebbe imporci.
Come la maggior parte delle donne single che hanno superato i 35/40 anni, anche Chiara si sente “in difetto” per non avere un uomo accanto, per non avere/volere dei figli. Si chiede che cosa non vada in lei, finendo spesso a non godersi i piccoli e grandi successi ottenuti perché non corrispondenti al classico stereotipo femminile che la società impone.
Assurdo vero? Eppure è così…
Cambiamo la storia
Quindi sappiate che se becco qualcuno dire a una bambina che “prima o poi arriverà il principe azzurro a portarla via al suo papà” (alzi la mano la donna che non se l’è mai sentito dire), lo stendo.
Giuro che, se mai avrò una figlia, passerò le serate a raccontarle storie di donne forti e indipendenti. Sul suo comodino ci sarà spazio solo per “Storie della buona notte per bambine ribelli”, altro che Biancaneve e Cenerentola.
Farsi aiutare non è un crimine
Ma torniamo a “Volevo essere una vedova”, perché Chiara il suo percorso di crescita personale non lo affronta da sola: accanto a lei ci sono gli amici, e quello sì che è amore vero e duraturo, e uno psicologo. A dimostrazione del fatto che non c’è niente di male a chiedere supporto per superare possibili situazioni di stallo e/o difficoltà che la vita ci mette davanti.
Ed è proprio questa normalizzazione di sentimenti, emozioni e sensazioni che spesso ci fanno sentire “in un frullatore” che mi ha così tanto positivamente colpita. Ed è per questo che mi sento di suggerirvi la lettura di questo libro…
E vi saluto con questa citazione, che troverete anche nel libro:
📚 Volevo essere una vedova
✒️ Chiara Moscardelli
📖 Einaudi – Stile Libero BIO