Barbaresco, Neive e La Morra
Le note del pianoforte riempiono l’aria di questa calda giornata di primavera.
Affacciata al parapetto della torre di Barbaresco, ammiro il panorama e respiro a pieni polmoni…
Questo weekend fuori porta era proprio ciò di cui avevo bisogno.
Due giorni a spasso per le Langhe, tra antichi borghi, colline verdeggianti e ottima cucina.
Le mete della prima giornata sono tre: Barbaresco, Neive e La Morra.
Barbaresco
Barbaresco è la prima tappa del nostro tour: naturalmente, ad attrarre la nostra attenzione sin dalle colline circostanti, è la famosa torre riconducibile alla metà del XIV secolo. È a base rettangolare, completamente realizzata in laterizio ed è alta 30 metri. Impossibile non notarla da lontano (insieme all’ascensore che la affianca, non molto bello da vedere, ma utile).
Una volta giunti in paese, per raggiungere l’edificio storico si percorre il corso principale che prende inizio dalla Chiesa di San Donato: la struttura, da tempo sconsacrata, normalmente ospita la prestigiosa Enoteca Regionale del Barbaresco (attualmente spostata nel Palazzo del Comune poco distante). A metà della via, l’attenzione cade inevitabilmente sul bel Castello, o Palazzo, dei Galleani di Barbaresco e Canelli. A seguire si arriva alla chiesa di San Giovanni Battista, risalente agli inizi del 1700 e, infine, alla torre.
Lungo il percorso, che dal cancello d’ingresso porta all’ascensore, si possono ammirare i bellissimi scatti di Massimiliano (Max) Rella in cui sono immortalati i volti dei produttori che hanno contribuito al successo del Barbaresco Docg in tutto il mondo. Scatti unici, che rendono merito a chi troppo spesso rimane dietro le quinte di un lavoro che richiede dedizione estrema. Ce ne sono alcuni davvero stupendi.
Per raggiungere il primo piano della torre, ovvero la biglietteria (ingresso 5€), bisogna prendere l’ascensore. Si può poi decidere se prenderne un secondo o se risalire a piedi tramite la stretta scala a chiocciola: io suggerisco la seconda, così da potersi fermare ad osservare i documenti che raccontano la storia del luogo e dei vini della zona.
Arrivati in cima, si rimane incantati dalla splendida vista che circonda Barbaresco: pensate che nelle giornate più limpide si possono scorgere persino il Monviso e il Monte Rosa.
Pranzo con vista
Terminata la visita, avvertiamo un certo languorino, quindi ci dirigiamo verso Neive e un ristorantino che già conosco, situato poco fuori il centro storico.
Si chiama Cantina del Rondò ed offre la possibilità di pranzare sulla terrazza all’aperto, con vista sulle colline circostanti, o all’interno, in un ambiente che profuma di storia: mattoni a vista, volte a botte e, subito accanto alla sala principale, una cantina che raccoglie pregiate bottiglie di vino.
I piatti proposti sono quelli della tradizione e sono un’ottima soluzione per un pranzo gustoso: noi abbiamo optato per carne cruda di vitella albese extra battuta al coltello, ravioli del Plin al sugo d’arrosto (personalmente ho trovato il sugo un po’ troppo liquido), brasato di manzo al Barbaresco, zabaione freddo al Marsala con torta croccante alle nocciole e un calice di vino.
Voto 6,5. 7 se si considera la sala interna.
Prezzo per un antipasto, un primo, un secondo, un dolce, acqua, un calice di vino, due coperti: 62 euro totali.
Neive
Concluso il pranzo e lasciata l’auto nel parcheggio antistante il ristorante, con una passeggiata di quindici minuti raggiungiamo il centro storico di uno dei Borghi più belli d’Italia, nonché Bandiera Arancione del Touring. Neive è davvero un piccolo gioiellino, ricco di vicoli tutti da scoprire.
Durante la nostra passeggiata, abbiamo modo di ammirare il Palazzo e i bellissimi giardini dei Conti di Castelborgo, oltre al Palazzo dei Conti Bongioanni Cocito.
Raggiungiamo poi la mia casetta preferita qui a Neive: ogni volta che ci passo, trascorro sempre diversi minuti ad ammirare i suoi balconi. Sono in pietra, ma sembrano un bellissimo intreccio di rami…
Non trovate?
A pochi metri dalla casa, si arriva alla piazzetta su cui si affacciano la Chiesa dei Santi Pietro e Paolo e l’Arciconfraternita di San Michele. Nella prima a colpirmi sono la pala di San Pietro e Sant’Ubaldo e il coro intarsiato, oltre alla bellissima statua di San Giovanni Paolo II. La guardi e ti sembra davvero di averlo a pochi passi da te…
Nella seconda… beh, entrando sono rimasta completamente spiazzata. Il cartello sulla porta recita “Tempio cattolico dedicato a San Michele Arcangelo anche ad uso della Comunità Ortodossa macedone”, ma mai avrei immaginato di trovarmi davanti allo spettacolo di così tante icone ed immagini sacre di tipo bizantino.
Proseguendo lungo Via Cocito, arriviamo nella graziosa Piazza Italia, sede del Comune e dell’Ufficio informazioni turistiche. Da lì saliamo verso la Casaforte dei Conti Cotti di Ceres e la Torre dell’Orologio, simbolo del glorioso periodo medioevale, più volte abbattuta e sempre ricostruita più alta.
Big Bench n.23
Terminata la passeggiata tra i vicoli del centro storico, andiamo in cerca della Big Bench n.23 realizzata poco fuori le mura: si tratta di una delle 212 panchine giganti realizzate in Europa su idea del designer Chris Bangle.
Siete pronti a scovarle tutte? Io ho iniziato la mia caccia qualche anno fa e ho anche acquistato il passaporto delle Big Bench dove poter registrare tutte quelle raggiunte (spesso accanto alla panchina c’è anche il timbro da apporre sul taccuino a riprova della visita).
La Morra
Lasciato l’incantevole borgo di Neive, ci dirigiamo verso La Morra. Anche qui il bello della visita sta nel perdersi tra gli antichi vicoli del centro, ma assolutamente da non perdere è la Terrazza panoramica da cui si può godere di una meravigliosa vista sulle Langhe. E se non doveste riuscire a distinguere i diversi centri urbani in lontananza, nessun problema: le iscrizioni su pietra incastonate nel pavimento della piazza vi aiuteranno.
Spalle al panorama, invece, non potrete fare a meno di notare il bel palazzo Gabetti, così chiamato in ricordo della visita in città di Giuseppe Gabetti, dirette della musica dei balli del Teatro Regio di Torino, nonché compositore della Marcia Reale che fu inno nazionale dal 1861 fino all’avvento della Repubblica, nel giugno del 1946.
Per concludere al meglio la nostra calda giornata tra i borghi delle Langhe, ci siamo concessi un gustoso gelato: cioccolato fondente al 75% al barolo e moscato… Non male vero?
Località: Langhe – Piemonte
69 km da Torino (a Barbaresco)
133 km da Genova (a Barbaresco)
152 km da Milano (a Barbaresco)
Data viaggio: 14 maggio 2022
Con chi ho viaggiato: con un amico
Chi può affrontare questo viaggio: viaggio adatto a tutta la famiglia. Le persone diversamente abili potrebbero incontrare difficoltà per via delle diverse pendenze dei centri storici dei borghi.
Alla torre di Barbaresco si può accedere grazie ad apposite pedane ed ascensori.
Dove mangiare: Cantina del Rondò
Via Fausoni, 7 Neive
Dove dormire: avendo in programma la visita all’Azienda Agricola Bricco del Cucù per il giorno successivo, abbiamo soggiornato a Mondovì. Tra le tante soluzioni disponibili, abbiamo scelto il B&B Sant’Agostino: situato nella zona bassa della città (Breo), è un piccolo gioiellino dove potrete sentirvi davvero come a casa.
Cosa vedere nei dintorni: Azienda Agricola Bricco del Cucù e i borghi del Monferrato
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